lunedì 29 aprile 2013

La figura del supervegan e la sua controproduttività alla causa

Queste quattro righe vogliono portare alla vostra attenzione la figura del supervegan in modo più o meno ironico. Dico più o meno perché si tratta di una figura caricaturale, una macchietta le cui prese di posizione sono (quasi) sempre ridicole al punto da suscitare ilarità, ma anche un minimo di preoccupazione in chi pensa che potrebbero essere inutili, o peggio, deleterie alla causa eco – animalista. Ma partiamo con ordine, chi è questo strano figuro che mi sono permesso di battezzare supervegan? A questo nome va associata la figura di quelle persone che, senza neanche saper bene che cosa significhi, hanno deciso di abbracciare la scelta vegan, probabilmente per moda, o forse per sentirsi parte di qualcosa, oppure dopo aver visto i servizi televisivi su Green Hill, o chissà per quale altro motivo. Molti di voi diranno “E allora? L’importante è che ci sia stato il risveglio di coscienza che ha portato l’individuo a maturare tale decisione!!!!” D’accordissimo, rispondo io, a tutti è successo più o meno così. Non a tutti però è successo che il passo successivo a tale “illuminazione”, sia stata l’autoproclamazione ad onnisciente essere superiore, in possesso di tutte le verità umane e non. Unico e sommo detentore della verità suprema!
Dai, so che molti di voi hanno già capito a che tipo di losco figuro mi stia riferendo. Su, dai, il supervegan!!!! Quello che inviti ad un’incontro vegan e chiede a tutti quelli che hanno cucinato quali siano gli ingredienti dei piatti! Marca, provenienza, se bio o non, se integrali o non, data, luogo di produzione e di scadenza!!!!
Quello che inviti a casa tua per uno spuntino, e con la scusa di lavarsi le mani entra nel tuo bagno e fruga dappertutto in cerca, che so, di uno shampo o di un dentifricio senza il coniglietto sull’etichetta, per poterti esporre alla gogna pubblica come un traditore ed un pro-vivisezionista!
Il supervegan è quello che, ignaro del fatto che tu sia vegan anni e anni prima di lui, viene a farti lezioni di etica e che ti rimprovera perché hai una macchina diesel, e quindi altamente inquinante!
Il supervegan è quello che, da quando ha fatto la sua scelta, non condivide più la tavola con amici e familiari onnivori! Il supervegan è, ed ora il discorso si fa un po più serio, quello che ha dimenticato che alla base del suo pensiero sta la tolleranza! E’ quello che, cercando di fare “proselitismo” in maniera violenta e arrogante, altro non fa che allontanare la gente, quasi giustificando coloro che ci considerano dei pazzi estremisti. So bene che per noi tutti è estremismo cibarsi, dissetarsi, curarsi e vestirsi della vita e delle sofferenze di creature che hanno il nostro stesso diritto di esistere, ma veramente i metodi adottati dal supervegan possono avvicinare le persone al nostro modo di vivere? Tanti anni fa, quando a parlare di veganesimo eravamo in pochissimi, almeno qui in Sardegna, questi toni altezzosi e arroganti non esistevano! Eppure allora si che eravamo visti come degli extraterrestri! E ora che dovrei essere felice del fatto che il numero di vegan in Sardegna, in Italia, nel mondo, sta crescendo giorno dopo giorno, mi ritrovo quotidianamente a leggere su internet di guerre tra vegan e vegetariani, di maledizioni in stile fatwa lanciate dai vegan verso gli onnivori! Ma perché piuttosto non ci rapportiamo in maniera più modesta, civile ed amichevole (per quanto possibile, perché so bene quanto possono essere altrettanto ottusi quelli che la pensano diversamente da noi) verso i non-veg? Sono sicuro, e ne ho avuto la prova diverse volte, che avremmo maggiori e migliori risultati. Non so, forse è una cosa ciclica, magari passato il tempo della rabbia incontrollata si arriva poi a ragionare in maniera più costruttiva, però ci pensate a quanta energia si spreca serbando rancore e attaccando gli altri ogni giorno, in continuazione, piuttosto che spiegare le nostre ragioni con tutta la calma e la tranquillità che ci dovrebbe differenziare dagli altri? Che poi, non dimentichiamo che quegli altri non sono solo quelli che bombardiamo di insulti e di giudizi su facebook, ma spesso sono i nostri genitori, i nostri fratelli, molti dei nostri amici. Tutta gente che magari non la pensa come noi ma a cui vogliamo bene! Insomma, per concludere, non dimentichiamo che alla base di ciò in cui crediamo, sta il rispetto, il confronto e la tolleranza. Sono convinto che riusciremo a cambiare il mondo molto più di come potremo fare con la violenza e l’odio.
Terrestre E.